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venerdì 18 marzo 2011

Davigo: "Un disegno di legge che prende di mira il pubblico ministero" - AEOLO

pubblicata da Aeolo il giorno venerdì 18 marzo 2011 alle ore 19.58

La riforma della Giustizia approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 10 marzo non è piaciuta al consigliere della Corte Suprema di Cassazione Piercamillo Davigo.

In occasione della conferenza sui reati contro la Pubblica Amministrazione tenutosi lunedì pomeriggio in Sapienza, l’ex pm di Mani Pulite l’ha definita «un disegno di legge che prende di mira il pubblico ministero con la chiara intenzione di allontanarlo dal giudice per limitarne l’indipendenza e dalla polizia giudiziaria per limitarne l’efficienza».

Durante l’incontro, al quale hanno partecipato anche la giornalista d’inchiesta Rosaria Capacchione (sotto scorta a causa delle ripetute minacce) e i professori Alberto di Martino e Giovannangelo De Francesco, Davigo ha tenuto a precisare che «Il pubblico ministero non è il rappresentante dell’accusa, ma il rappresentante della legge».

In Italia, hanno detto i relatori, la corruzione è un fenomeno molto diffuso e che raramente si limita ad essere un caso isolato, divenendo così anche sentinella della presenza di strutture criminali organizzate.

«Si tratta di un fenomeno seriale e diffusivo», ha affermato Davigo. Seriale perché chi lo pratica una volta tende a ripeterlo; diffusivo perché necessita di un ambiente favorevole, per cui vengono coinvolti i propri pari ed eliminati gli onesti.

Dall’analisi uscita dalla conferenza, la corruzione non può essere sconfitta semplicemente con nuove norme, specie se si considera – come ha sostenuto Davigo – che negli ultimi 15 anni il Parlamento ha reso più difficili le indagini e i processi: l’Italia dovrebbe piuttosto allinearsi alle convenzioni internazionali e iniziare a preoccuparsi della questione morale.

Requisito fondamentale, infine, è secondo Davigo l’indipendenza degli organi preposti a combatterla: «Del resto – ha concluso il magistrato – il Presidente del Consiglio è stato molto chiaro: “Mani Pulite non sarebbe stata possibile con questa riforma”».

Enrico Santus

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